
l’ospite inattes* 09 ed. 2025 – Massimiliano Loizzi
LETTERA APERTA ANTIFASCISTA
Mi chiamo Massimiliano Loizzi e sono un lavoratore dello spettacolo, almeno secondo quella che è la normale dicitura di uso quotidiano; secondo l’Inps e l’Agenzia delle entrate, invece, sono “altro” e credo anche secondo il mio commercialista e forse tutto sommato sono “altro” anche per molte delle persone con cui ho un contatto quotidiano ma senza esserne amico, compagno o fratello.
Molte persone probabilmente mi conoscono per i tanti video de il Terzo Segreto di Satira che mi hanno visto protagonista, molte altre per i miei spettacoli, alcune per i miei libri e altre, appunto, semplicemente perché sono altro: tutte però credo sappiano, mi permetto di pensare senza ombra di dubbio, che sono un’antifascista. E sono fiero di esserlo, anzi spesso me ne faccio vanto, nello stesso modo in cui, sono persuaso, dovrebbero fare tutte e tutti: perché il contrario di antifascismo è fascismo e non dovrebbe esserci alcuna discussione in merito al fatto che il fascismo, in ogni sua incarnazione, sia il male assoluto, sia perché la storia si è fatta carico con tremendi accadimenti di dimostrarcelo senza alcuna tema di smentita, sia perché è la nostra stessa Costituzione a dichiararlo e sia perché è bello poterlo dire liberamente.
Ma, ahinoi, negli ultimi trent’anni ha proliferato una certa destra che ha sbraitato in modo così incessante, contro il politicamente corretto, contro i diritti civili, contro la cosiddetta cultura “woke” in nome di una presunta e opinabile libertà, da renderci, nostro malgrado, protagonisti di una polarizzazione senza precedenti e del tutto nefasta.
Si può discutere e avere opinioni divergenti direi praticamente su tutto: su quale squadra donare il proprio tifo, su cosa e come sia meglio mangiare, su quali vestiti indossare, su come amministrare un condominio e sinanche un paese; si puo’ essere di opinioni ferocemente differenti su come governare la cosa pubblica ma dovrebbero esserci alcuni temi che non dovrebbero essere fonte di divergenza né causa di divisioni al limite del ridicolo: l’uguaglianza delle persone, pari diritti e l’antifascismo.
Ma, ahimé, come diceva uno dei più feroci nazisti che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto – Goebbles – , “una bugia ripetuta infinite volte diventa verità” , ed è sconcertante quanto un concetto nato dalla mente di un nazista quasi cento anni fa, sia straordinariamente attuale e quanto, quella propaganda – inventata appunto da Gobbles – su cui si è basata l’incredibile ascesa del nazismo in tutto il mondo, sia terribilmente attuale e parte integrante delle nostre vite di tutti i giorni: continue operazioni commerciali che ci costringono a vivere le nostre vite continuamente sotto l’occhio del riflettore, come fossimo tutti e tutte rockstar, rendendoci, nostro malgrado, protagonisti di un angosciante olocausto del marketing.
E tutto questo, torno a ripeterlo, grazie alla cultura di una certa destra – e di una certa sinistra che è rimasta immobile a guardare, ca va sans dire – che ha usato come arma di offesa, la presunta superiorità morale della sinistra con il risultato che quasi oramai ci si debba vergognare di essere progressisti, pacifisti, antifascisti.
Ebbene io sono qui per dire che io mi sento e sono moralmente superiore di qualsiasi fascista, omofobo, razzista, nazista, sessista, violento, machista e patriarcale: senza ombra di dubbio.
Perché sì, dobbiamo sentirci moralmente superiori di chi picchia, odia, offende e uccide quotidianamente le donne solo perché sono donne, o le persone omosessuali solo perché sono tali o le persone con un colore della pelle diverso dal proprio; dobbiamo sentirci moralmente superiori di chi respinge e lascia morire in mare – o nella migliore delle ipotesi dopo mesi di tortura in qualche bel lager della Libia – persone che migrano in cerca di una speranza migliore di chi giustifica tutto questo e lascia che accada chi giustifica il razzismo, il sessismo, l’omofobia con scuse da bar di chi si inventa stronzate sul politicamente corretto
semplicemente per avere la libertà di poter dire quello che gli pare, quando gli pare e senza doversene stare a preoccupare, incurante che quelle parole siano violenza che colpisce sempre e solo le stesse minoranze: e abbiamo visto – e stiamo vedendo – tutte e tutti, dove questo atteggiamento ci ha portato e quale terreno ha favorito, in tutto il maledetto mondo.
Sono e mi sento moralmente superiore di chi non fa nulla per impedire che tutto questo accada, con la banale quanto secolare scusa, che da soli non possiamo fare nulla contro tutto questo.
In trent’anni di olocausto del marketing siamo stati persuasi che le scelte individuali non portano a nulla, che il modo in cui pensi, cosa compri, come e cosa mangi, come parli, cosa voti, come viaggi, il modo in cui conduci la tua singola esistenza non cambi nulla: è assolutamente falso, sono le scelte individuali a formare quelle collettive, senza le una non ci sarebbero le altre e viceversa.
Vincono facendoci credere di essere soli ma noi siamo di più lo siamo sempre stati e sempre lo saremo, perché siamo otto fottuti miliardi di persone. E non vinceremo distruggendo ciò che odiamo ma combattendo per ciò che amiamo. Quindi sì, sono antifascista e me ne vanto e sì tutti i miei spettacoli, i miei video, i miei libri,
si occupano, si preoccupano, parlano con l’arma della satira di tutti questi piccoli, grandi orrori quotidiani.
Ma
Perché c’è sempre un ma in ogni storia che si rispetti e come dice Spiderman, la vita ci fa cadere per imparare a rialzarci (oppure era il padre di Batman, non me lo ricordo che cazzo): ci sono decine e centinaia di persone meravigliose che mettono i propri corpi a rischio per salvare le vite degli altri, centinaia e migliaia di luoghi abitati da persone meravigliose che danno splendida ospitalità, milioni di vite uniche che cercano di rendere il mondo un posto migliore e senza dubbio lo rendono migliore a chi gli è intorno, quartiere dopo quartiere, strada dopo strada, casa dopo casa.
La mia bimba più piccola un giorno mi ha chiesto:
“Papi come facciamo, noi che siamo così piccoli, a cambiare il mondo che è così grande?”
“Un pezzo alla volta – le ho risposto –
un pezzo
alla
volta”.
Ora e Sempre
Vostro
L’Ospite Inatteso
Rubrica SocioCulturalUrbana
Prima edizione 2016
Seconda edizione 2025
Uno spazio di lettura e riflessione su Milano
A otto anni di distanza dalla prima edizione, riprendiamo la rubrica che si confronta con amici, artisti, giornalisti, esponenti della cultura e della vita artistica che hanno in Milano un importante punto di riferimento.
Gli articoli offrono suggestioni, spunti e opinioni su come sta cambiando non solo Milano ma anche tutto il Mondo culturale che le gira attorno.